lunedì 21 gennaio 2013

Assaggio 01 - Anche noi siamo sacrificabili.



Il bliz  condotto in Algeria nel sito petrolifero di Is Amenas dai militanti del commando terrorista affiliato ad Al queda, con il sequestro di centinaia di operatori, tra i quali decine di occidentali e la pesante risposta da parte dell'esercito algerino che ha portato alla morte degli ostaggi che i terroristi consideravano i più preziosi e su cui avevano evidentemente fatto affidamento per la buona riuscita dell'operazione terroristica, ovvero gli stessi occidentali, è finito in maniera inaspettata.

Inaspettata per gli ostaggi che ci hanno rimesso purtroppo la vita, e per i terroristi che si sono visti bombardare le auto in cui viaggiavano insieme agli stessi ostaggi (pensandosi garantiti dai loro scudi umani), ma non per gli esponenti dei governi occidentali che hanno comunque giustificato l'intervento, pur con qualche critica al modus operandi degli algerini.

Ci ricorda qualcosa tutto questo?

Bhe, dovrebbe ricordarci venti anni di interventi umanitari, pardon di "interventi umanitari", dai bombardamenti di Belgrado all'Iraq e all'Afganistan, con i loro grappoli mostruosi di effetti collaterali. Volevo dire "effetti collaterali".
Proviamo a pensare: sappiamo che dei terroristi si trovano in una certa località e quindi noi  questa località la bombardiamo. Se muoiono persone che non c'entrano è un problema (si avverte il cinismo di questo sillogismo?) dei terroristi ed anche una loro responsabilità.*

Cosa c'è di diverso?
Ma oggi, in Algeria è successo qualcosa di più, ed è questo : fino a quando a rimetterci la vita erano popolazioni e cittadini non occidentali e segnatamente civili afgani e iracheni per i governi occidentali non c'era nessun problema. Un po' più complicato (ma non poi tanto) se la notizia filtrata dai media accendeva per qualche ora i riflettori sull'evento per cui i generali si trovavano costretti a dare qualche spiegazione e  i governi a rammaricarsi per le vittime innocenti.
Ma se a morire o a rischiare la vita erano degli occidentali, la faccenda cambiava aspetto, ed i governi erano assai meno disposti ad accettare la morte di un connazionale (che non fosse un militare almeno) come un effetto collaterale. La motivazione era evidente: il peso che questa morte poteva avere negli equilibri politici di un paese o di una coalizione, dando magari il destro all'opposizione di avvantaggiarsene elettoralmente, preoccupava il mondo politico governativo.

LA NOTIZIA, oggi è questa: anche gli occidentali sono sacrificabili:
non solo per gli algerini, il che è comunque una notizia rilevante, ma anche per gli stessi governi occidentali che non si sono certo stracciati le vesti per come è stata risolata la questione.

Oggi anche la morte degli occidentali non è più un tabù. Per i nostri governi.

E questo ci porta a noi: cosa è cambiato? Faccio delle ipotesi molto ragionevoli, a mio parere.

1) La gestione della "crisi economica" sotto il diktat "tecnico-contabile" a livello mondiale, ma principalmente europeo, ha potentemente ridisegnato le agende governative e quindi politiche dei partiti: il ruolo e l'importanza del cittadino-occidentale ha subito una drastica discesa nella scala dei valori della politica;

2) la "necessità delle strade obbligate" (pareggio di bilancio, taglio del welfare, interventi militari "contro il terrorismo" in the world) ha messo sul medesimo fronte partito al governo ed opposizione, vedi il caso Monti in Italia, in queste condizioni il potere dell'elettore decresce;

3) per raggiungere una maggioranza sufficiente per governare oggi, praticamente in tutti i paesi europei, è sufficiente raggiungere (con i vari premi di maggioranza) una quota minima di elettori (il grande astensionismo è da questo punto di vista di aiuto) poi con l'aiuto delle leggi maggioritarie il gioco è fatto. Et voilà abbiamo  un paese governato con il 28% dei voti espressi. E nel caso non si raggiungessero nessuna maggioranza, niente paura: in ragione della crisi si potrà mettere su una grosse koalition.
 
La conclusione dunque è una: il cittadino-elettore, particolarmente in Europa, oggi ha visto ridurre quasi a ZERO il suo potere reale di influire sulle scelte politiche ed economiche del proprio paese. Il potere politico se ne sta rendendo conto e quanto è avvenuto in Algeria, con il massacro degli ostaggi occidentali, è un primo chiaro assaggio delle conseguenze di questo cambiamento.

E ne viene un corollario stupefacente: il solo voto utile, veramente utile, sarebbe quello dato a qualsiasi partito che non sia quello che sicuramente vincerà le elezioni o che si coalizzerà per governare!

* Per decenni ci hanno parlato dell'attentato fatto da forze partigiane contro i nazisti in via Rasella a Roma nel '44 come dell'atto che ha causato la rappresaglia delle fosse ardeatine,  stabilendo quindi una responsabilità diretta dei partigiani che hanno organizzato l'attentato. E stiamo parlando di un attentato che ha colpito solo forze militari in assetto di guerra di un esercito occupante: invece per i governi che bombardano città per colpire "i terroristi" con un ampio numero ben prevedibile di vittime civili, il problema evidentemene non si pone.




3 commenti:

  1. Attualmente i sondaggi danno il centro sinistra al 33 e non al 28, comunque vedrai che grazie al "voto utile" le due coalizioni vincenti si avvicineranno al 40%. e' comunque preoccupante che tra astenuti, schede bianche e voti ai partiti che si sà già non raggiungeranno il quorum, metà degli italiani abbia deciso di delegare all'altra metà le scelte.
    Più che l'Algeria trovo preoccupante quello che sta' succedendo in Mali, dopo aver innestato la guerra civile in Libia la Francia (governata da una pseudosinistra) inizia una nuova guerra petrolifera, e quasi nessuno (tra i candidati ma anche altrove) dice nulla.
    Spero solo che, quando il nuovo governo entrerà in carica, tra un paio di mesi sia troppo tardi per l'Italia scendere in campo per arraffare un pezzo di malloppo.
    Si

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  2. caro Gianni dici cose molto sensate, ma ho l'impressione che oggi quello che appare (e probabilmente è) sensato non ci aiuti per niente a comprendere la realtà...
    considera:

    1) se io, indeciso, votassi per il partito x, che i sondaggi danno al 33%, tu potresti dirmi che il mio voto è stato DOPPIAMENTE UTILE, perchè ho votato per un partito che ha superato lo sbarramento del 4% e quindi è entrato in parlamento ed è anche il partito di maggioranza, ha quindi diritto ad un premio e probabilmente governerà.

    2) se invece sempre io, indeciso, votassi per un partito che i sondaggi danno al 16%, seguendo il tuo ragionamento, avrei votato per un partito che entrerà si in parlamento ma potrebbe non fare parte di nessuna maggioranza (es. Grillo), il mio voto potrebbe forse dirsi UTILE, ma alla fine in questa prospettiva non lo sarebbe per niente, visto che non potrebbe contribuire al governo del paese.

    Ne consegue che l'unico voto utile è quello per il partito che vincerà le elezioni, quindi per quelle del 2008 il PDL e per queste, seguendo i sondaggi, il PD.

    E' chiaro che c'è qualcosa che non va in questo ragionamento (che io ho portato all'estremo, è chiaro), perchè significa che io dovrei votare in funzione delle proiezioni di voto analizzate dai sondaggisti e non in base ad una mia idea politica?

    E non era l'accusa che la sinistra faceva a Berlusconi quella di appoggiarsi ai sondaggi e così manipolare la pubblica opinione? E' chiaro che se si afferma l'idea che bisogna votare per il partito che raccoglie più voti (secondo i sondaggi) questo comporterà che i partiti che i sondaggi danno per vincenti incrementeranno i loro voti a scapito dei partiti che vengono dati per perdenti.

    LA CONSEGUENZA E' CHE il valore del voto, di ogni singolo voto, quale espressione libera degli elettori si decrementa, diciamo in termini economici: si svaluta.

    Svalutazione incrementata anche dalle leggi maggioritarie che permettono di dare vita a governi fondati su maggioranze di minoranze.

    C'è poco da fare il nostro voto oggi VALE DI MENO, in un processo che si lega, come ho cercato di mostrare nell'articolo qui sopra, alla progressiva svalutazione del valore delle persone, dei cittadini, in Italia e negli altri paesi della comunità europea.

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  3. Io, quando parlavo di voto inutile non mi riferivo a Monti o Grillo ma ad altri.
    Il partito di Giannino non è apparentato con altri schieramenti quindi, alla Camera, dovrebbe ottenere più del 4% dei voti, i sondaggi dicono che avrà meno del 2%. Alle votazioni manca un mese e Giannino ha tutti i diritti di sognare di colmare il divario, però, se non ci riuscisse, un voto per Giannino (e per quella decina di partiti non apparentati stimati sotto l'1 %) che utilità avrebbe?
    Sono in gran parte voti che altrimenti andrebbero a Monti o Berlusconi e quindi mi va' benissimo che siano sprecati. Tanto più che negli ultimi anni chi dichiarava di voler fare gli interessi degli imprenditori non ha mai fatto gli interessi degli italiani (e probabilmente neppure quelli degli imprenditori).
    In quanto ad Ingroia, non mi piace il suo Partito e ritengo che Bersani abbia dato una prova di maturità nel non volere allearsi con lui. Non mi piace che per superare il fatidico 4% sia sceso a compromessi con Di Pietro.
    Un figuro che cinque anni fa non ha rispettato i patti fatti con Veltroni, fondatore di un partito che è stato il ventre che ha partorito quegl'i-responsabili (Scilipoti & C.) che sono stati una valida stampella per Berlusconi. E non dimentichiamo che Di Pietro è stato il valente protagonista di una puntata di Report (che a sinistra guardano solo quando gli fa comodo)...
    Ognuno ha il diritto di votare per chi vuole, ma io mi ritengo in diritto di pensare che un voto a qualcuno che sicuramente non verrà eletto, o al Di Pietro/Scilipoti di turno sia un voto inutile.

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