10 anni dopo 1984

Sono i giorni di gennaio del 1994. Una bomba era caduta sopra il mio paese. Una bomba che aveva ucciso certo (come le molte bombe che l'avevano preceduta) nel maggio e nel luglio 1992, con le stragi di Falcone e Borsellino e nel maggio 1993 con la strage di via Georgofili, ma una bomba il cui fall-out nucleare si stava trascinando da quando era esplosa (con la caduta di DC, PSI, la fuga di Craxi in Tunisia ed i processi di Mani Pulite) fino in questi giorni invernali del 1994, in cui con la bici sto ora attraversando Treviso da ovest a est, per raggiungere il circolo Lumen a Silea, dove lavoro.


Seguo l'alzaia che accompagna il corso del Sile percorrendo le sue curve dolci lontane, ma non abbastanza, dalle strade con le loro auto, con le loro polveri sottili, con il loro carico di immensi cartelloni elettorali che mi opprimono il petto molto di più di qualsiasi inquinante presente passato o futuro.
E allora corro più veloce che posso per non vedere quel volto che non si può non vedere, per non leggere quelle parole che non si possono non leggere, per non accettare come eventi reali tutti quelli che stanno accadendo in questi mesi in Italia.
Soprattutto per sfuggire alla gente che continua la sua vita come se nulla fosse e anzi non nasconde una incomprensibile sadica soddisfazione per quanto sta avvenendo.
Ricordo bene la sorella del parroco che a me e a mia madre che chiedevamo del fratello parla inopinatamente di "lui". Lui risolverà ogni problema, tirerà fuori dai guai l'Italia. Basta aspettare: perchè sarà lui a vincere, lo sanno tutti.
A me questa prospettiva sembra più che orribile, ma anche se non vincesse le elezioni ciò in cui si sta trasformando questo paese mi sembra altrettanto orribile o al meglio un passo indietro nella storia. Un passo? Dieci, cento, mille, un milione di passi indietro, ma non so indietro dove, da che parte. E ci sono anch'io però che sono e sarò costretto a fare dieci, cento, mille, un milione di passi indietro, perchè vivo qui, ho sempre vissuto qui e ho paura di restare ma ho anche paura di andare via.
Per questo ora corro con la bici, più veloce che posso e senza fermarmi, per prendermi avanti, per tempo, rispetto a quel 27 marzo, quando torneremo tutti indietro.


* Non si trovano in rete i manifesti elettorali delle elezioni politiche del 1994. In particolare non si trovano i manifesti elettorali di Forza Italia, nemmeno degli anni successivi. L'unica foto, pessima, è quella che vedete qui sopra (ritoccata per adattarla al racconto) tratta dall'archivio dell'Unità.
E' interessante invece notare come esista un archivio immenso di foto "taroccate" e manifesti di intento satirico nei confronti del materiale propagandistico di Forza Italia. 
E' come se questo materiale vagamente sfottente potesse ben sostituire, anche agli occhi degli stessi promotori di quel movimento, quello ufficiale che poteva quindi tranquillamente, sparire.
elezioni del 27 marzo 1994

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