sabato 12 gennaio 2013

Nove amici - Il pranzo



Nove amici che non si vedevano da diverso tempo si incontrarono un giorno a pranzo in un ristorante del Regno. L'occasione era quella di festeggiare un caro amico comune che aveva rischiato la vita in un terribile incidente stradale ma che, grazie a Dio, si era ripreso così velocemente e così bene che non riuscivano quasi a credere che potesse essere là con loro a ridere e scherzare.

A metà del pranzo, dopo aver brindato più volte e allargato la cinghia dei pantaloni, i discorsi iniziarono a tornare all'argomento che negli anni passati li aveva piacevolmente uniti per tante e tante serate trascorse attorno al tavolo ben imbandito nella casa di uno di loro, il più saggio, il signor AL.
L'argomento era sia quello della politica, e quindi quello del realismo e dell'utopia, del pragmatismo e dei principi, ma soprattutto quello  di come leggere la realtà ed il mondo.
E le opinioni al proposito erano spesso divergenti, perchè se la realtà era una, le teste che ragionavano erano nove. A maggior ragione la discussione si fece appassionata in quanto entro nemmeno due mesi si sarebbero tenute le elezioni e molte cose sarebbero sicuramente cambiate nel Regno.


IL SIGNOR AN: IL DEBITO E LA NECESSITA'

Cominciò a parlare il signor AN, con  queste parole:

- Da molti anni gli argini che tenevano la politica entro il suo letto naturale, che è quello del bene pubblico, erano già tracimanti da molte sponde, ma oramai questi argini non esistono più. 
La politica oggi è tutta piegata sull'orizzonte della "necessita", della "strada obbligata" che è quella imposta nel Regno dal sig. Monti (ma in realtà già presente nei governi precedenti): quella del "debito-da-saldare".

Continuò il signor AN

- Come non si fa a non pensare a quanto all'incirca un secolo fa accadeva in Europa: la "necessità coloniale", la necessità "della nazione di conquistare il suo posto al sole" e, pochi anni dopo "la necessità della guerra"...
Io mi domando - proseguì il signor AN  - ...dove sta la politica e soprattutto dove sta l'uomo, quello uscito dal 1789, con dei diritti universali e soprattutto con dei diritti INALIENABILI?


IL SIGNOR MA: LE RISORSE SONO FINITE

Risposte il signor MA:

- E' vero, i diritti alla pensione, alla sanità, all'istruzione, anche quelli di vivere in un ambiente sano, ad avere un lavoro, sono diritti garantiti anche dalla costituzione del Regno, ma la situzione ora è cambiata.

- Le risorse, anche quelle a livello mondiale, sappiamo che sono finite e non infinite, la platea delle popolazioni che chiedono l'accesso ai diritti di cui parlavi, è aumentata esponenzialmente (Cina, India, etc.).

- Quindi, -  concluse il signor MA, - dobbiamo accettare anche noi che facciamo parte delle popolazioni più ricche, di perdere un po' di questa ricchezza a favore delle altre popolazioni.


IL SIGNOR AL: UN MONDO MIGLIORE
 
Intervenne il signor AL, facendo rilevare come 

- In termini percentuali diverse popolazioni del cosidetto terzo mondo, come la Cina, il sudamerica, l'India, non sono mai state meglio come negli ultimi 10 anni di globalizzazione. Parti consistenti di queste popolazioni hanno raggiunto standard di vita prima inpensabili.


IL SIGNOR AN PENSA TRA SE'

A queste parole il signor AN rispose spargendo qualche dubbio sulla realtà di questa visione. Ma nel frattempo pensò tra sè e sè:
- Fosse anche in parte vero (vedremo quanto) quanto dice il signor AL  non si confondono qui due piani diversi tra di loro: come in un palinsesto medievale, dove un nuovo testo ha sostituito un testo precedente, cancellandolo. Ecco che dei "principì" fondativi (non il sovrano, ma il popolo decide della propria sorte: "WE, THE PEOPLE") sono egualmente cancellati dal nuovo testo: la "necessità" di "ristrutturare il welfare", "ci obbliga" a seguire la strada indicata dal nuovo sovrano: "i mercati".

L'effetto è perverso: viene cancellato il sistema del welfare facendo intendere che però a dover essere nei fatti cancellati sono i diritti sanciti a partire dalla rivoluzione francese (e dalla costituzione amercicana) del 1789. 

Questo ci viene detto: "Dobbiamo conformarci al mercato - anzi: ai mercati - ovvero accettare che a dire come, dove, quanto e quando lavorare (e vivere) siano il mercato/mercati mentre le leggi, i lavoratori i popoli e la politica non debbano più avere voce in capitolo."

In fondo anche tutta la lotta meritoria che sta portando avanti la FIOM "per la difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori" ha un suo perverso effetto rafforzativo: fa apparire come minabili/smantellabili nei fatti diritti basilari che risalgono al crollo dell'anciene régime: affermando che "vengono violati i diritti fondamentali sanciti dalla costituzione" nell'accordo FIAT di Pomigliano e di fatto perdendo, si sancisce che questi diritti non sono NEI FATTI più fondativi.
 
Forse sarebbe necessario, riflette ancora il signor AN, uscire anche dalla difesa ad oltranza delle leggi sul lavoro e sul welfare, sulla scuola e sulla sanità, dalla stessa difesa ad oltranza della  Costituzione, lotte meritorie, ma in difesa e quindi perdenti in sè, per tornare ad abbeverarsi alla fonte dai cui queste leggi sono nate: gli uomini sono eguali tra di loro, ogni governo risponde al popolo e non ad altri, ogni uomo che lavora ha diritto ad un giusto compenso che gli permetta una vita dignitosa, un'istruzione e una servizio sanitario gratuito. Da qua partiamo!-


IL SIGNOR SE: 25% GRILLO, 25%MONTI, 25% RENZI...


Interviene il signor SE, che aveva seguito con attenzione la discussione:
- Sai che ti dico, signor AN, anche a me nessuna delle formazioni e nessuno degli attori politici in campo piace. Ma se proprio dovessi fare una scelta, direi che mi piacerebbe una formazione che per il 25% rappresentasse le cose che dice Grillo, per il 25% Monti e per il 25% anche Renzi, che rappresentava una novità nel campo della politica e della sinistra...

[continua...]







Nessun commento:

Posta un commento

Sono benvenuti e graditi tutti i commenti, le critiche, le opinioni.
Immaginate di trovarvi a conversare con degli amici: quindi trattate le persone che vi leggeranno come tali.