In questo breve periodo che ci separa dalle elezioni politiche di febbraio, ho deciso di dare vita, una breve esistenza che si concluderà prima delle consultazioni elettorali, a questo Blog.
Prima di iniziare ho cercato di comprendere quali fossero le mie motivazioni : magari convincere alcuni amici a votare (o a non farlo) per una certa parte politica?
Quando
ho compreso che non erano queste intenzioni a spingermi e nemmeno il
desiderio di scrivere ed esprimere il mio pensiero e le mie emozioni
(che ci sono, potenti), ma piuttosto quello di comprenderli utilizzando la scrittura, ho capito che, alè, si poteva partire...
Proviamo allora a immaginare che esista un Regno, di cui noi tutti siamo cittadini (o forse sudditi?) e che il Re ci guidi con i suoi sogni. Ciò che il Re sogna per noi diventa realtà. Un Re che assomiglia molto a quello della favola di Andersen "I vestiti nuovi dell'imperatore". Ma a dirla tutta anche noi cittadini assomigliamo veramente molto agli abitanti di quel regno.
In entrambi i casi siamo presi dal sogno del Re, ci credono tutti, quindi ci crediamo anche noi. Nella mia storia però non c'è nessun bambino che punta il dito sull'imperatore e grida. "Il Re è nudo!" E' il Re invece che sogna qualcuno che non lo segue più nei suoi sogni e ne è spaventato. Esiste questa persona? O è solo un incubo del Re?
Non importa:
questo sogno fa scoprire al Re la sua nudità, la sua debolezza, la sua
incapacità di controllare ogni cosa ed ogni persona. E per noi piccoli sudditi è una grande possibilità: quella di scoprire che il Re, ogni Re, teme i nostri sogni.
In un paese viveva un Re molto fortunato. Quando alla sera si addormentava e sognava, tutto il popolo faceva il suo medesimo sogno. Quando il Re sognava di realizzare una grande impresa tutti i suoi sudditi sognavano la stessa cosa ed al risveglio non trovavano pace fino a che non riuscivano a portarla a compimento. Ma la fortuna del Re ebbe fine quando in sogno incontrò un suddito che non sognava più il sogno del Re ma faceva altri sogni, ai quali persino al sovrano era precluso l'accesso.
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